Sunday, January 30, 2022

Archfather Releases Encyclical on Russia-NATO Conflict

By Staff 

FIRENZE-NUOVA ROMA 30 Jan 2022 (NRom)

His Holiness Papa Rutherford I released the following Encyclical on the ongoing Russia-NATO tensions. It is available below in Italian, English, Spanish, and French. 

Given on the feast of Saint Charles I, King and Martyr

Laudetur Jesus Christus!

    La pace deve essere l'obiettivo di ogni nazione legittima. La situazione in corso tra la Russia e la coalizione NATO sottolinea questo fatto. Le guerre sono purtroppo inevitabili, dato lo stato di decadenza dell'umanità. Tuttavia questo da solo non è una ragione legittima per partecipare in o minacciare una guerra. Alcune guerre possono essere giuste, mentre altre, invece no. E, la forza può essere uno strumento legittimo per mantenere la pace. Tuttavia, le nazioni non devono assumere il punto di vista di essere sempre nel giusto, anche utilizzando giustificazioni come i propri interessi o concetti come la libertà e la liberazione. Il mondo non è davvero così semplice come molti vorrebbero credere. Questo è più facile da vedere se si fa un passo indietro, e ci si eleva e si guarda la totalità con una visione cristiana. Sono le leggi di Cristo ed i precetti della Sua Santa Chiesa che determinano il bene ed il male, non le leggi ed i capricci mutevoli ed egoistici dell'umanità.
Le nazioni devono avere il coraggio di rifiutarsi di onorare gli obblighi dei trattati di mutuo sostegno militare quando tale azione è moralmente sbagliata e potrebbe potenzialmente portare ad un'escalation di massa ed ad un danno diffuso agli individui. Se vari accordi di questo tipo non fossero stati onorati all'inizio del XX secolo, allora forse l'orrore, la devastazione, e la distruzione della Grande Guerra avrebbero potuto essere evitati.

    Per lavorare verso la pace, ogni nazione non deve semplicemente cercare i propri interessi autodeterminati, ma tentare seriamente di vedere la prospettiva degli altri e riconoscere che le altre nazioni hanno il diritto alla propria sicurezza ed ai propri interessi legittimi. Il solo fatto di avere una presenza, fisica o finanziaria, in un altro paese non dà intrinsecamente il diritto di controllare o interferire negli affari di quell'altro paese.

    Gli esseri umani vedono i difetti negli altri, ma così spesso non li vediamo in noi stessi. Per esempio, la politica militare americana di lunga data è quella di mantenere il conflitto armato "laggiù" come mezzo per proteggere il territorio americano. Tuttavia, "laggiù" è intrinsecamente il territorio di qualcun altro, e le persone che vivono lì hanno lo stesso diritto alla protezione ed alla sicurezza ed ad agire in modo appropriato a questi fini.

    Le persone hanno comprensibilmente le proprie lenti attraverso le quali vedono il mondo, e questo è una sfida di crescita personale che dovrebbe essere superata. Questo diventa particolarmente vero nelle nazioni che sono costruite non sulla storia o sull'etnia, ma su una filosofia, perché il mantenimento di quella filosofia, indipendentemente dalla verità, inevitabilmente colora i punti di vista e le azioni. Questo porta ad una grossa ipocrisia e doppiezza. L'ignoranza, spesso alimentata dall'odio e dalla propaganda, peggiora ulteriormente ogni situazione tesa internazionale.

    Ciò che è necessario ora è un abbandono globale del nazionalismo ed un'adozione dei principi cristiani. Ciò di cui c'è bisogno ora è un senso di fratellanza, non una brinkmanship al vetriolo. Una nazione non può criticare le altre nazioni per quello che se stessa fa. Le nazioni più grandi e più potenti devono accettare la responsabilità che deriva da quel potere di non abusarne e di non usarlo semplicemente per imporre i propri desideri agli altri. Un invito a partecipare al conflitto armato non deve necessariamente essere accettato. Le nazioni devono avere il coraggio di allontanarsi da uno scontro piuttosto che intensificarlo. Le nazioni in uno stato di disaccordo e di discussione devono cercare di vedere e capire la prospettiva degli altri e riconoscere che ciò che uno rivendica come un diritto per se stesso è, se fosse infatti un diritto legittimo, anche un diritto dell'altra parte.

    Nella Nostra carica Noi non siamo parziale e non prediamo le parte di qualsiasi nazione. Benediciamo la pace, non la guerra. La difesa è un argomento legittimo, ma che la parola "difesa" non sia usata a vanvera o sfruttata per altri scopi. Che non sia la paura a governare. Cosa ci guadagna una nazione a vincere una guerra per i propri fini, ma a perdere l'anima di tante persone? Infatti, le persone dall'altra parte di qualsiasi confine devono essere considerate nostri fratelli e sorelle se vogliamo considerarci cristiani veri.

    Ora andiamo avanti in pace. Preghiamo per la pace e per la comprensione tra tutti i capi mondiali, affinché tutte le nazioni possano servire il loro popolo sull'esempio di Cristo. Modelliamo il comportamento che desideriamo vedere promuovendo la pace e la comprensione di altre persone in altre nazioni invece di favorire l'odio e la divisione. Cristo sulla Santa Croce ha davvero molto più potere di conquistare il mondo che persino la nazione più potente.


ENGLISH:

Laudetur Jesus Christus!

    Peace must be the goal of any legitimate nation. The ongoing situation between Russia and the NATO coalition underscores this fact. Wars are unfortunately inevitable, given the fallen state of mankind. Yet that alone is not a legitimate reason for participating in or threatening war. Some wars may be just, while others are not. And, strength can be a legitimate tool to maintain peace. Yet, nations must not take the viewpoint that they are always right, even by using justifications such as their own interests or concepts such as liberation and freedom. The world is indeed not as simple as many would like to believe. This is easier to see if one steps back, rises above, and looks at the totality with a Christian overview. It is the laws of Christ and the precepts of His Holy Church that determine right and wrong, not the laws and ever-changing, self-serving whims of mankind.

    Nations must have the courage to refuse to honour treaty obligations of mutual military support when such action is morally wrong and could potentially lead to mass escalation and widespread harm to individuals. Had various such agreements not been honoured in the early 20th century, then perhaps the horror, devastation, and destruction of the Great War could have been avoided.

    In order to work towards peace, each nation must not merely seek its own self-determined interests, but attempt in earnest to see the perspective of others and acknowledge that other nations have the right to their own security and their own legitimate interests. Merely having a presence, whether it is physical or financial, in another country does not inherently give a right to control or interfere in the affairs of that other country.

    Human beings see faults in others, but so often we do not see them in ourselves. For purposes of illustration, long-standing American military policy is to keep the armed conflict “over there” as a means of protecting the American homeland. However, “over there” is intrinsically someone else’s homeland, and the people who live there have the same right to protection and security and to act appropriately to those ends.

    People understandably have their own lens through which they see the world, which is a challenge of personal growth that should be overcome. This becomes especially true in nations that are built not on history or ethnicity, but on a philosophy, for the maintenance of that philosophy, no matter the truth, inevitably colours viewpoints and actions. This leads to gross hypocrisy and duplicity. Ignorance, often fueled by hatred and propaganda, further worsens any tense international situation.

    What is needed now is a global abandonment of nationalism and an adoption of Christian principles. What is needed now is a sense of brotherhood, not vitriolic brinkmanship. A nation cannot criticise other nations for doing what it does itself. Larger nations and more powerful nations must accept the responsibility that comes with that power not to abuse it and not to use it simply to force their own desires on others. An invitation to participate in armed conflict need not necessarily be accepted. Nations must have the courage to walk away from a fight rather than escalate it. Nations in a state of disagreement and argument must seek to see and understand the perspective of others and to acknowledge that what one claims as a right for oneself is, if it is a legitimate right at all, likewise a right of the other party.

    We in Our office take no sides. We bless peace, not war. Defence is a legitimate argument, but let the word “defence” not be used idly or be exploited for other purposes. Let not fear govern. What does it profit a nation to win a war for its own ends, but lose the souls of so many people? Indeed, the people on the other side of any border must be considered our brothers and sisters if we are to consider ourselves Christians.

    Now let us go forth in peace. Let us pray for peace and understanding among all world leaders, that all nations may serve their people in the example of Christ. Let us model the behaviour that we wish to see by ourselves promoting peace and understanding of other people in other nations instead of furthering hatred and division. Christ on the Cross indeed has far more power to conquer the world than even the most powerful nation.

CASTELLANO:

Laudetur Jesus Christus!

    La paz debe ser el objetivo de toda nación legítima. La situación actual entre Rusia y la coalición de la OTAN pone de manifiesto este hecho. Las guerras son, por desgracia, inevitables, dado el estado caído de la humanidad. Sin embargo, esto por sí solo no es una razón legítima para participar o amenazar con una guerra. Algunas guerras pueden ser justas, mientras que otras no lo son. Y la fuerza puede ser una herramienta legítima para mantener la paz. Sin embargo, las naciones no deben considerar que siempre tienen la razón, incluso utilizando justificaciones como sus propios intereses o conceptos como la libertad y la liberación. El mundo no es tan sencillo como muchos quieren creer. Esto es más fácil de ver si se da un paso atrás, y se levanta y mira la totalidad con una visión cristiana. Son las leyes de Cristo y los preceptos de su Santa Iglesia los que determinan el bien y el mal, no las leyes y los caprichos cambiantes y egoístos de la humanidad.

    Las naciones deben tener la valentía de negarse a cumplir las obligaciones de los tratados de apoyo militar mutuo cuando dicha acción es moralmente incorrecta y podría conducir a una escalada masiva y a un daño generalizado a las personas. Si no se hubieran cumplido varios de estos acuerdos a principios del siglo XX, tal vez se hubiera evitado el horror, la devastación y la destrucción de la Gran Guerra.

    Para trabajar por la paz, cada nación no debe limitarse a buscar sus propios intereses, sino que debe intentar seriamente ver la perspectiva de los demás y reconocer que otras naciones tienen derecho a su propia seguridad e intereses legítimos. El mero hecho de tener una presencia, física o financiera, en otro país no otorga intrínsecamente el derecho a controlar o interferir en los asuntos de ese otro país.

    Los seres humanos vemos los defectos de los demás, pero muchas veces no los vemos en nosotros mismos. Por ejemplo, la política militar estadounidense de larga data consiste en mantener el conflicto armado "allá" como medio de proteger el territorio estadounidense. Sin embargo, "allá" es intrínsecamente un territorio ajeno, y las personas que lo habitan tienen el mismo derecho a la protección y la seguridad y a actuar adecuadamente con estos fines.

    Es comprensible que las personas tengan sus propias lentes a través de las cuales ven el mundo, y esto es un reto de crecimiento personal que debe ser superado. Esto es especialmente cierto en las naciones que se construyen no sobre la historia o la etnia, sino sobre una filosofía, porque el mantenimiento de esa filosofía, independientemente de la verdad, inevitablemente colorea las opiniones y las acciones. Esto conduce a una gran hipocresía y duplicidad. La ignorancia, a menudo alimentada por el odio y la propaganda, empeora cualquier situación internacional tensa.

    Lo que se necesita ahora es un abandono global del nacionalismo y una adopción de los principios cristianos. Lo que se necesita ahora es un sentido de hermandad, no de brinkmanship vitriólico. Una nación no puede criticar a otras naciones por lo que hace ella misma. Las naciones más grandes y poderosas deben aceptar la responsabilidad que conlleva ese poder de no abusar de él y de no utilizarlo simplemente para imponer sus propios deseos a los demás. No es necesario aceptar una invitación a participar en un conflicto armado. Las naciones deben tener el valor de alejarse de una confrontación en lugar de intensificarla. Las naciones en estado de desacuerdo y discusión deben tratar de ver y comprender la perspectiva de los demás y reconocer que lo que uno reclama como un derecho para sí mismo es, si fuera de hecho un derecho legítimo, también un derecho de la otra parte.

    En Nuestro cargo Nosotros no somos parciales y no tomamos partido por ninguna nación. Bendecimos la paz, no la guerra. La defensa es un tema legítimo, pero que la palabra "defensa" no se utilice en vano ni se aproveche para otros fines. Que no gobierne el miedo. ¿Qué gana una nación ganando una guerra para sus propios fines, pero perdiendo las almas de tantas personas? De hecho, las personas del otro lado de cualquier frontera deben ser consideradas nuestros hermanos y hermanas si queremos considerarnos verdaderos cristianos.

    Ahora avancemos en paz. Recemos por la paz y el entendimiento entre todos los líderes mundiales, para que todas las naciones sirvan a sus pueblos a ejemplo de Cristo. Modelemos el comportamiento que deseamos ver promoviendo la paz y el entendimiento entre los pueblos de otras naciones en lugar de fomentar el odio y la división. Cristo en la Santa Cruz tiene realmente más poder para conquistar el mundo que incluso la nación más poderosa.

FRANÇAIS:

Laudetur Jesus Christus!

    La paix doit être l'objectif de toute nation légitime. La situation actuelle entre la Russie et la coalition de l'OTAN souligne ce fait. Les guerres sont, malheureusement, inévitables, étant donné l'état déchu de l'humanité. Toutefois, cela ne constitue pas à lui seul une raison légitime d'engager ou de menacer une guerre. Certaines guerres peuvent être justes, d'autres non. Et la force peut être un outil légitime pour maintenir la paix. Cependant, les nations ne doivent pas considérer qu'elles ont toujours raison, même en utilisant des justifications telles que l'intérêt personnel ou des concepts tels que la liberté et la libération. Le monde n'est pas aussi simple que beaucoup voudraient le croire. Il est plus facile de s'en rendre compte si l'on prend du recul, si l'on se redresse et si l'on regarde l'ensemble avec une vision chrétienne. Ce sont les lois du Christ et les préceptes de sa Sainte Église qui déterminent le bien et le mal, et non les lois et les caprices changeantes et égoïstes de l'humanité.

    Les nations doivent avoir le courage de refuser de remplir les obligations de soutien militaire mutuel prévues par les traités lorsqu'une telle action est moralement inacceptable et pourrait conduire à une escalade massive et à des dommages considérables pour les populations. Si plusieurs de ces accords n'avaient pas été respectés au début du XXe siècle, l'horreur, la devastation, et la destruction de la Grande Guerre auraient pu être évitées.

    Pour œuvrer en faveur de la paix, chaque nation ne doit pas simplement veiller à ses propres intérêts, mais doit sérieusement essayer de voir la perspective des autres et reconnaître que les autres nations ont droit à leur propre sécurité et à leurs intérêts légitimes. Le simple fait d'avoir une présence, physique ou financière, dans un autre pays ne confère pas en soi le droit de contrôler ou d'interférer dans les affaires de cet autre pays.

    Les êtres humains voient les défauts des autres, mais ne les voient souvent pas en eux-mêmes. Par exemple, la politique militaire américaine de longue date consiste à maintenir un conflit armé "là-bas" comme moyen de protéger le territoire américain. Cependant, "là-bas" est par nature le territoire de quelqu'un d'autre, et les personnes qui l'habitent ont un droit égal à la protection et à la sécurité et à agir de manière appropriée à ces fins.

    Il est compréhensible que chacun ait sa propre vision du monde, et c'est un défi de croissance personnelle qui doit être relevé. Cela est particulièrement vrai dans les nations qui ne sont pas construites sur l'histoire ou l'ethnicité, mais sur une philosophie, car le maintien de cette philosophie, indépendamment de la vérité, colore inévitablement les opinions et les actions. Cela conduit à une grande hypocrisie et duplicité. L'ignorance, souvent alimentée par la haine et la propagande, aggrave toute situation internationale tendue.

    Ce qu'il faut maintenant, c'est un abandon mondial du nationalisme et l'adoption des principes chrétiens. Ce dont nous avons besoin aujourd'hui, c'est d'un sentiment de fraternité, et non d'une confrontation vitriolée. Une nation ne peut pas critiquer les autres nations pour ce qu'elle fait elle-même. Les nations les plus grandes et les plus puissantes doivent accepter la responsabilité qui accompagne ce pouvoir, à savoir ne pas en abuser et ne pas l'utiliser simplement pour imposer leurs propres désirs aux autres. Il n'est pas nécessaire d'accepter une invitation pour s'engager dans un conflit armé. Les nations doivent avoir le courage de s'éloigner d'une confrontation plutôt que de l'aggraver. Les nations en situation de désaccord et de mésentente doivent essayer de voir et de comprendre le point de vue des autres et reconnaître que ce que l'on revendique comme un droit pour soi est, s'il s'agit en fait d'un droit légitime, également un droit de l'autre partie.

    Dans Notre charge, Nous n'avons pas de parti pris et Nous ne prenons pas parti pour une quelconque nation. Nous bénissons la paix, pas la guerre. La défense est une question légitime, mais que le mot "défense" ne soit pas utilisé en vain ou exploité à d'autres fins. Qu'est-ce qu'une nation gagne en gagnant une guerre à ses propres fins, mais en perdant les âmes de tant de personnes? En effet, les personnes qui se trouvent de l'autre côté de n'importe quelle frontière doivent être considérées comme nos frères et sœurs si nous voulons nous considérer comme de vrais chrétiens.

    Avançons maintenant en paix. Prions pour la paix et la compréhension entre tous les chefs de gouvernement du monde, afin que toutes les nations servent leur peuple à l'exemple du Christ. Donnons l'exemple du comportement que nous souhaitons voir promouvoir la paix et la compréhension entre les peuples d'autres nations plutôt que d'encourager la haine et la division. Le Christ sur la Sainte Croix a vraiment plus de pouvoir pour conquérir le monde que la nation la plus puissante.